Per farvi un’idea di questo spettacolo immaginate per un attimo di non essere seduti tra le file di una platea a teatro, ma nello scompartimento di un treno. Un treno un po’ spericolato perché a guidarlo è un attore ma anche un regista: un tizio magrino, il profilo puntuto, Sergio Rubini. Già altre volte in passato, ma solo sul grande schermo, vi ha fatto racconti di treni, binari, piccole stazioni di posti sperduti. Il capotreno ci dice che il motivo del viaggio a cui stiamo partecipando è il SUD ma nemmeno lui sa dove arriveremo. Al Sud? È probabile ma potrebbe anche andare diversamente. La destinazione insomma è incerta. E incerto è l’andamento del treno. Fin da subito avrete la sensazione di aver percorso grandissimi tratti nell’arco di pochi minuti. Perché per esempio dalla lettura di “la notte sull’isola” di Pablo Neruda, Rubini passerà al racconto di Matteo Salvatore, un cantastorie vissuto nel buio periodo del dopoguerra, che ha fatto della sua miseria da pane nero la forza della sua poetica.
Rubini racconterà di se stesso e delle sue disavventure tragicomiche che si colorano di ironia , di sarcasmo e di poesia, peculiarità riconoscibili degli uomini del Sud.
E a proposito di questi uomini che Rubini passerà al racconto di un capostazione, suo padre che in un paesino agricolo del profondo Sud negli anni Sessanta coltivava come altri suoi compaesani, la passione per il teatro, per la recitazione, per la poesia. Come i versi in vernacolo di Giacomo D’Angelo che nel suo negozio di giocattoli scriveva poesie. Ad accompagnare le letture e intervallare i momenti dialogici a quelli recitati, le musiche originali eseguite dal vivo dal maestro Michele Fazio al pianoforte.
ARTISTI
Sergio Rubini – voce recitante
Michele Fazio – pianoforte
Musiche, Michele Fazio
Testo di Sergio Rubini
AidaStudioProduzioni, distribuzione